Nei bambini, il periodo che va dai primi mesi di vita fino ai 10 anni circa è importantissimo per il raggiungimento di una corretta funzione visiva. I danni che si verificano all’apparato visivo nei primi sei mesi di vita o che sono già presenti alla nascita sono spesso irreversibili; dopo i sei mesi tali danni possono provocare un regresso delle capacità visive ma un tempestivo trattamento consente un buon recupero della visione. Si evince quindi l’importanza della prevenzione e di una diagnosi precoce.

TAPPE EVOLUTIVE PRINCIPALI DELLA FUNZIONE VISIVA

  • 1 mese: presta attenzione alla luce; limitata capacità di fissazione
  • 3 mesi: segue oggetti e luci in movimento; presta attenzione a stimoli nuovi e complessi.
  • 2-3 mesi: matura la capacità di convergenza e di fissazione
  • 3-4 mesi: si guarda le mani e segue il viso della madre
  • 4-5 mesi: Sposta lo sguardo dagli oggetti alle parti del corpo; tenta di raggiungere e spostarsi verso gli oggetti; riconosce visi e oggetti familiari
  • 5-6 mesi: afferra gli oggetti
  • 6-7 mesi: sposta lo sguardo da un oggetto all’altro
  • 7-8 mesi: manipola gli oggetti guardandoli
  • 11-18 mesi: tutte le funzioni visive giungono a maturazione
  • 18-24 mesi: appaia oggetti, imita azioni
  • 24-30 mesi: appaia colori e forme, riconosce le persone dalle foto, esplora visivamente oggetti distanti
  • 36-48 mesi: buona percezione della profondità, riconosce molte forme

DIFETTI VISIVI PIÙ’ COMUNI NEL BAMBINO

I difetti visivi più comuni che si possono rilevare nell’infanzia sono lo strabismo, l’ambliopia o i difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo).

Strabismo: è presente una deviazione di entrambi gli occhi o, più di frequente, di un occhio solo. Se la deviazione è verso il naso si parla di esotropia, se verso la tempia di exotropia; più raramente la deviazione è in senso verticale (ipertropia/ipotropia). Lo strabismo può essere costante quando è sempre presente durante tutto l’arco della giornata o intermittente se si presenta solo in alcune situazioni (ad esempio quando il bambino è stanco o ha la febbre o se si presenta solo nella visione da lontano o da vicino).

Questa anomalia influisce sullo sviluppo coordinato degli occhi e va corretto quanto prima perché può causare ambliopia (occhio pigro). Lo strabismo può essere corretto con occhiali o con intervento chirurgico

Ambliopia o occhio pigro: deficit visivo mono o bilaterale insorto nei primi anni di vita e nel quale non siano dimostrabili alterazioni manifeste del sistema oculare. Se precocemente e adeguatamente trattata l’ambliopia può regredire e/o migliorare. L’ambliopia può essere conseguente ad uno strabismo in quanto l’occhio deviato non viene utilizzato per la fissazione dell’oggetto verso il quale è indirizzata l’attenzione. Altre cause di ambliopia sono: i vizi di refrazione non corretti oppure un qualsiasi ostacolo che impedisce la percezione dello stimolo visivo come ad esempio una ptosi (abbassamento della palpebra superiore) o una cataratta congenita.

Lo scopo del trattamento dell’ambliopia è quello di far lavorare l’occhio pigro tramite il bendaggio/occlusione dell’occhio migliore o mediante la penalizzazione ottica o farmacologica dell’occhio migliore. L’intervento correttivo deve però avvenire in età pediatrica: se l’ambliopia viene diagnosticata oltre i sette anni di età, diventa quasi del tutto inguaribile.

Vizi di refrazione: come miopia (il bambino vede male da lontano ma bene a distanza ravvicinata), ipermetropia (il bambino vede male sia da lontano che da vicino) o astigmatismo (il bambino ha difficoltà a mettere a fuoco sia da lontano che da vicino e le immagini appaiono distorte e schiacciate).

Questi difetti vanno corretti con gli occhiali, dopo aver eseguito una visita oculistica accurata in cui è necessario instillare un collirio che ha lo scopo di dilatare la pupilla (midriasi) e bloccare momentaneamente il meccanismo dell’accomodazione (cicloplegia). Quando vengono prescritti gli occhiali, questi devono essere indossati sempre, nonostante la giovane età: una mancata correzione del difetto visivo, infatti, può portare ad una ambliopia non più correggibile con il passare degli anni.

QUANDO SOTTOPORRE IL BAMBINO ALLA VISITA OCULISTICA

  • Alla nascita: di norma viene effettuata una prima visita a tutti neonati, con particolare riguardo ai soggetti ad alto rischio genetico e nei prematuri di basso peso, prima che vengano dimessi dai reparti di maternità.
  • A 1 anno: quando, se presente, lo strabismo può considerarsi un’anomalia vera e quindi da trattare. Prima di questa età può essere possibile che il bambino presenti talvolta una deviazione ma questo è dovuto ad un sistema visivo ancora in fase di sviluppo.
  • A 3 anni: per poter evidenziare eventuali difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo), ambliopia (occhio pigro), strabismo, alterazioni della motilità oculare. La tempestività diagnostica è fondamentale poiché in questa fascia d’età il sistema visivo appare ancora molto “plastico” e pertanto in grado di recuperare eventuali difetti.
  • A 5-6 anni: prima dell’ingresso nella scuola dell’obbligo.
  • A 10-12 anni: quando si manifesta frequentemente la miopia.
  • Naturalmente tutte le volte in cui compaiono segni di allarme (mal di testa frequenti, strizzare o sfregare gli occhi, chiusura di un occhio in caso di luce forte, lacrimazione abbondante, occhi arrossati, strabismo, abbassamento palpebrale, inclinazione o rotazione del capo, ecc.).