Cheratocono
Il cheratocono è una patologia che interessa la cornea, la porzione anteriore e trasparente del bulbo; è una condizione relativamente rara, ma rappresenta la causa più frequente di trapianto di cornea nei Paesi occidentali.
Questa patologia determina un progressivo, assottigliamento e sfiancamento (ectasia) della cornea con conseguente astigmatismo irregolare a cui spesso si associa miopia. Solitamente interessa la parte centrale o paracentrale della cornea, più raramente quella periferica. Con la progressione della malattia la cornea invece che avere una forma sferica, come un pallone da calcio, arriva ad assumere una forma conica, come un pallone da football.
CAUSE
Per quanto riguarda le cause del cheratocono è stato ipotizzato che la sua insorgenza possa essere determinata sia da fattori genetici che da altri fattori, come ad esempio microtraumi da sfregamento o da allergie. Il cheratocono è stato descritto in associazione a numerose patologie oculari e sistemiche, ma frequentemente insorge come patologia isolata. Ad ogni modo nonostante i numerosi studi, l’eziopatogenesi del cheratocono rimane un argomento controverso e non ancora de tutto chiaro.
INSORGENZA
Il cheratocono è una malattia che insorge di solito durante la pubertà (anche se sono stati descritti rari casi congeniti), progredisce fino ai 30-40 anni per poi arrestarsi spontaneamente. Generalmente colpisce entrambi gli occhi anche se spesso essi sono interessati in misura diversa.
SINTOMI
I sintomi del cheratocono sono costituiti principalmente da:
- Progressiva riduzione dell’acutezza visiva con distorsione della immagine (conseguenti all’astigmatismo irregolare);
- Difficoltà nella visione notturna;
- Aumento della sensibilità alla luce intensa (fotofobia).
DIAGNOSI E FOLLOW-UP
Oltre ad una approfondita visita oculistica sono molto importanti alcuni esami per la diagnosi e il follow-up del cheratocono.
La topografia corneale è un esame che permette di effettuare una precisa misurazione della curvatura corneale con valori numerici e con la generazione di una mappa corneale in falsi colori. Molto importante è anche l’esecuzione della pachimetria, un esame che serve per misurare lo spessore della cornea.
Attualmente esistono dei topografi multifunzione (topografi altitudinali) che permettono di avere mappe oltre che della superficie anteriore anche di quella posteriore ed in aggiunta elaborano anche mappe pachimetriche. Questi topografi, rispetto a quelli che vanno a studiare solo la superficie corneale anteriore, permettono di rilevare precocemente un cheratocono in fase iniziale; questo perché nell’evoluzione del cheratocono prima si deforma la superficie corneale posteriore e solo successivamente quella anteriore.
Il nostro centro è dotato di uno di questi topografi di ultima generazione: si tratta della workstation della Bausch&Lomb costituita dal tomografo corneale a scansione Orbscan IIz, associato all’aberrometro Zywave II. L’aberrometro è uno strumento che permette di eseguire una aberrometria ossia un esame che serve per valutare oggettivamente la qualità visiva: fornisce una mappa con cui si possono individuare eventuali aberrazioni oculari (cioè alterazioni delle strutture dell’occhio) che producono distorsioni. L’aberrometria può essere utilizzata nel follow-up del cheratocono per valutare il peggioramento della qualità visiva del paziente.
CLASSIFICAZIONE DEL CHERATOCONO
È possibile classificare la malattia in stadi evolutivi che indicano la sua gravità:
- 1° grado: presenza di astigmatismo obliquo, curvatura corneale compresa tra 45 e 48 diottrie;
- 2° grado: oltre all’astigmatismo è presente una miopia, la curvatura corneale è tra 48 e 53 diottrie;
- 3° grado: la curvatura corneale supera le 53 diottrie;
- 4° grado: l’ectasia è visibile anche ad occhio nudo ed è associata a un marcato assottigliamento corneale.
COME SI CORREGGE
- Occhiali: si utilizzano solo nelle prime fasi della patologia; con l’evoluzione del cheratocono infatti vi è un aumento delle aberrazioni non correggibili con lenti con riduzione della qualità visiva. Per questo motivo lo step successivo per raggiungere un buon visus è il passaggio alle lenti a contatto.
- Lenti a contatto: le più utilizzate sono le lenti a contatto rigide gas permeabili (RGP) le quali permettono ad un sufficiente quantitativo di ossigeno di raggiungere la cornea, mantenendo integra la salute dell’occhio. Tra gli altri tipi di lenti a contatto utilizzate nel cheratocono troviamo le ibride, formate da una lente rigida gas permeabile al centro e da una lente morbida in periferia. La scelta del tipo di LAC dipende da molti fattori, oculari e generali: tra questi ultimi, le abitudini di vita del paziente svolgono un ruolo importante. Quando anche le lenti a contatto non permettono più di avere una qualità della visione soddisfacente, si deve ricorrere ad un trattamento parachirurgico o eventualmente chirurgico.
- Cross-linking: è il primo trattamento parachirurgico al quale si ricorre prima che inizi la fase evolutiva del cheratocono, proprio per fermarne la sua evoluzione. Dopo aver instillato nell’occhio delle gocce a base di una vitamina: riboflavina (vitamina B2), si prosegue con una esposizione della cornea ai raggi ultravioletti (UVA) mediante una particolare lampada. Con questa proceduta si aumenta la rigidità corneale (nello specifico si ha una maggiore resistenza degli strati più interni della cornea) rallentando la progressione della malattia. La procedura è ambulatoriale.
- Anelli intrastromali: all’interno dello spessore corneale vengono impiantati degli anelli di materiale plastico rigido. Lo scopo è quello di rinforzare la cornea nei punti di maggiore debolezza. Se sono presenti opacità corneali o lo spessore è tale da non permettere l’inserimento degli anelli intrastromali, si deve praticare il trapianto corneale
Cheratoplastica: il trapianto di cornea si esegue solo nelle fasi tardive e in casi estremi. Può essere a tutto spessore (cheratoplastica perforante) o può essere sostituito solo una porzione di cornea (cheratoplastica lamellare). Il rischio di rigetto è basso perché la cornea non è irrorata da vasi sanguigni.